Francesca Bruni
Erba (CO), ITALIA
www.francescabruni.it
www.francescabruni.it
Francesca Bruni
Erba (CO), ITALIA
www.francescabruni.it
www.francescabruni.it
CENNI BIOGRAFICI
Nata a Erba (CO) nel 1970, vive e lavora a Milano. Diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel ‘93 con 110 e lode, è allieva di Pietro Plescan, Luigi Fersini. Frequenta lo studio Luigi Lomanto dal 1989 al 1997 e studia le tecniche dell’affresco presso lo studio del pittore Fosco Bertani. Nel 1994 inizia l’attività di pittura murale per privati, società e locali pubblici.
Nel 1997 entra a far parte del gruppo Artemisia (www.artemisia5.it) con cui espone regolarmente presso comuni, castelli, gallerie d’arte. Con Artemisia è partner culturale del Centro Studi Grande Milano. Nel 2012-13 tiene una rubrica mensile in una rivista di arredamento DE-AR sulle varie tecniche pittoriche e decorative murali. Dal 1999 insegna pittura ad olio, disegno e in associazioni private in Milano.
OPERA IN CONCORSO
RIFLESSIONI V EOLICA, 2010
PITTURA - Velature su collage di alluminio su legno
cm 80 x 60
Un’idea di movimento perpetuo e un accorato appello alla responsabilità etica verso il pianeta, nel quale gli elementi naturali si mescolano e sono esaltati dall’alluminio, è la personale visione di infinito che Francesca Bruni propone in Riflessioni V eolica: “L’opera rappresenta un parco eolico offshore realizzato sul mare. Con la forza del vento si trasforma e rinasce in energia pulita infinite volte, questo paesaggio è uno sguardo e una speranza che questo mondo non finisca mai”.
INTERVISTA
Da subito ho capito che l’elemento scatenante per la mia creatività era la luce. I forti contrasti creano forme nuove interessanti, stimolanti e sempre diverse.
Con RIFLESSIONI V eolica ha partecipato alla IX edizione del Premio COMEL Infinito Alluminio. L’opera rappresenta un immaginario parco eolico in alto mare: un paesaggio fatto di cielo e mare che si fondono in mille riflessi e una lunga prospettiva che si perde all’orizzonte. L’opera è l’augurio che, per la salute del nostro pianeta e la vita dell’Uomo sulla Terra, l’utilizzo delle energie rinnovabili sia sempre più diffuso. Un tema più che mai attuale trattato con leggerezza e positività, che rende l’alluminio un vero e proprio elemento naturale che vibra di luce e speranza. Come è nata l’idea alla base di questa opera? Cosa l’ha spinta a iscriversi al Premio COMEL?
Nel 2010 ho fatto varie opere sull’energia (da quella del sole alla geotermica, a quella del mare) da sempre mi interessa questo tema di rendere più sostenibile e vivibile il nostro paese. Ho passato tanto tempo in Toscana, vicino a Larderello, il comune dove si trova la centrale geotermica più grande d’Europa, qui sono riusciti a canalizzare i soffioni boraciferi e usarli per scaldare il territorio. Tutti hanno sempre pensato che queste centrali deturpassero il territorio, io osservandoli ho sempre visto invece il loro lato positivo anche esteticamente interessante: i fumi bianchi con le loro forme uniche e trasparenti e i tubi mi sembravano dei serpenti, nell’eolico le pale mi sembravano dei fiori, e nei pannelli solari delle strade in prospettiva. Mi sono inscritta al Premio COMEL perché è da tanto tempo che uso l’alluminio come collage e questo concorso sembrava perfetto per me, oltre ai temi sempre molto stimolanti. Proprio quest’anno il tema si sposava benissimo con le mie tematiche sull’energia.
Riflessioni I - larderelllo collage di alluminio a velatura, tecnica mista, olio e smalti, 80X60 cm
La Professoressa Cristina Muccioli, critica d’arte e docente presso l’Accademia di Brera scrive di lei “Affresca muri alla maniera degli antichi, e tavole di plexiglass, superfici di alluminio, specchi e naturalmente tele. Usa olio, ma anche smalti e acrilici. Si impadronisce delle proprietà della trasparenza e dell’opacità, offre dello stesso colore più nuance a secondo della materia di cui è costituito”. Come nasce la sua curiosità verso i supporti? Come li sceglie? Ha una idea e utilizza un tipo di supporto in base ai risultati che vuole ottenere o è il supporto stesso a suggerirle sperimentazioni e tecniche?
Da sempre mi piace sperimentare e trovare il supporto più adatto. Anche all’inizio non usavo solo le tele ma anche le tavole di ocumè grezze o preparate da me, con gesso e colla, per ottenere un supporto ruvido per utilizzare la tecnica dello sfregazzo. Sono molto curiosa e quando vado a vedere le mostre d’arte adoro capire com’è l’opera che sto osservando, con che tecnica è stata eseguita e così imparo.
Scelgo il supporto in base al significato dell’opera, a volte ho usato fondi neri proprio per esporre cose negative come quando, sempre sul tema di energia e ambiente, ho dipinto una petroliera che affondava nell’acqua, oppure quando ho dipinto le foreste che bruciano con i loro piccoli animali impietriti dalla paura, o il gas tossico che emettono le auto ferme nel traffico. Quando uso l’alluminio invece il messaggio è sempre positivo. Scelgo anche il materiale in base all’idea che voglio trasmettere. Ho scelto il plexiglass trasparente per alcuni quadri proprio perché le forme continuano a cambiare l’opera. Essendo distante dalla parete, la luce produce un disegno sul muro sempre diverso e a secondo di come ci si muovi da sinistra a destra e della direzione della luce. Noi cambiamo continuamente, volevo trasmettere questo anche nelle mie opere. Allo stesso modo quando uso l’alluminio, a seconda che sia ruvido, lucido o opaco, e dalla direzione da cui lo si osserva, si leggono immagini diverse. La luce riflette in modo diverso su queste superfici perciò l’opera non è mai la stessa. A volte è il supporto stesso che mi suggerisce quale tecnica usare. Come nel caso dei murali: capitò di trovarmi a lavorare su un muro di cemento e l’opera sarebbe dovuta nel tempo, non potevo quindi usare la tecnica dell’ affresco. Mi sono documentata e alla fine ho sperimentato la tecnica dei silicati, simile all’affresco, ma reagendo chimicamente col supporto non crea la pellicola.
Controluce XX - olio su tavola, tecnica a sfregazzo 80X60 cm
L’arte per me è uno strumento per esprimere le mie idee, prendo spunto dalla realtà che mi circonda ma poi la interpreto e ne do una mia versione.
Nella sua pittura la luce ha un’importanza particolare infatti afferma “L’interesse principale è la riflessione e rifrazione della luce naturale sulle superfici pittoriche a volte lisce e lucide e altre opache o increspate che creano mutazioni continue”. Fa un particolare uso del chiaroscuro, che rende le figure rappresentate estremamente espressive e vivide. Si ricorda quando ha capito che la luce poteva essere l’elemento scatenante della sua creatività e il motore del suo percorso artistico?
Da subito, quando ero all’Accademia e quando frequentavo lo studio del pittore Luigi Lomanto, ho capito che l’elemento ispiratore della mia creatività era la luce, i forti contrasti creano forme nuove interessanti, stimolanti e sempre diverse.
Controluce XXVI - olio su tavola, 60x60 cm
Lei si occupa anche di decorazione di interni, pitture murarie, trompe l’oeil e ritratti su commissione, oltre a tenere dei corsi di pittura a olio e disegno. Come cambia il modo di lavorare nei diversi ambiti in cui si trova a operare?
Nell’ambito dell’insegnamento non cambio molto, cerco di insegnare tutte le tecniche che conosco e far sperimentare il più possibile ai miei allievi, perché è nel fare che si sviluppa e cresce la creatività. Li stimolo a osservare il vero e cercare di trovare un proprio punto di vista originale, mentre per le decorazioni e i murali cerco di trovare sempre dei significati simbolici all’opera. A volte vendo la pura esecuzione, perché adoro dipingere, creare nuovi colori nuove forme, nuove sfide, mi adeguo pensando che il fare è sempre uno stimolo per migliorare la tecnica e sperimentare cose diverse. Anche se non sono le immagini che vorrei, soddisfo le idee dei committenti e la loro soddisfazione comunque mi gratifica.
Passaggi di luce XV - Autoritratto - 50x70 cm
Dal 1994 lei fa parte dell’Associazione Artemisia, un gruppo artistico tutto al femminile che propone l’idea di arte come confronto con l’altro: infatti le cinque artiste membri del gruppo affrontano uno stesso soggetto ognuna a suo modo, secondo il proprio modo di sentire e di esprimersi. Cosa significa per lei far parte di questo gruppo?
Far parte del gruppo Artemisia è uno stimolo alla creatività a cercare cose nuove, idee nuove, cercare di far sempre il meglio. Abbiamo una visione comune dell’arte, la consideriamo con serietà e professionalità, umiltà. Siamo uscite tutte dallo stesso atelier vogliamo trasmettere l’amore per l’arte e la diversità che ciascun essere umano possiede. Artemisia per me è l’Arte.