FINALISTA PREMIO COMEL 2022

Intervista a Chiara Marchesi

di Ilaria Ferri

Chiara Marchesi nasce nel 1996 a Lodi, si diploma presso il liceo “F. Arcangeli” di Bologna indirizzo arti figurative. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna per l’indirizzo Scultura. La ricerca esplorata nei suoi lavori vede lo studio sulle fragilità umane; le problematiche, le insicurezze, gli aspetti sensibili che caratterizzano l’essere umano e il suo rapporto con la natura; pieno di contrasti, alla ricerca costante di un equilibrio, derivato dal bisogno di un maggiore contatto, con la consapevolezza di far parte di essa. La natura vista come aiuto, soluzione e madre di ogni cosa in cui ritrovarsi. Natura come elemento spirituale.

La tua opera Coralli è stata selezionata, tra centinaia di iscritte, tra le 13 finaliste della nona edizione del Premio COMEL, Infinito Alluminio. Grazie a una bella fusione di scarti di produzione industriale hai realizzato dei coralli in alluminio, una installazione che colpisce per la lavorazione ma soprattutto per il lato emozionale: con il riciclo del materiale hai reso immortale (quindi infinita) una specie marina in via d’estinzione. Come è nata l’idea? Come è stato per te partecipare a questo concorso?

L’idea era nata attraverso una sperimentazione sul materiale che prometteva caratteristiche tendenti all’infinito, essendo particolarmente inattaccabile dal tempo e dall’ossidazione. Queste caratteristiche mi hanno fatto pensare a come siano invece fragili alcune specie viventi organiche, e a come queste siano messe a rischio dagli esseri umani che coi loro interventi sono in grado di stravolgere gli equilibri naturali formatosi nel tempo. Per questo ho voluto dare ai coralli una vita infinita.
È stato bello vedere l’affetto e la cura con cui è stato organizzato il Premio, ogni persona con cui sono entrata in contatto è stata gentile e disponibile fin da subito. All’inaugurazione della mostra è stato emozionante vedere sia i lavori esposti sia le persone presenti, con visi interessati e curiosi.

Coralli, 2021, Fusione in alluminio

Le pietre e i metalli sono i materiali che prediligi, nonostante la giovane età e gli studi in corso, la tua abilità nel lavorarli è evidente. Come è nata la passione per la scultura? Quando hai capito che era il linguaggio più adatto a te?

Fin da bambina ho sempre fatto lavoretti manuali di ogni genere; da disegni con diversi traccianti e supporti, a bamboline fatte con cannucce riciclate e nastro adesivo, a sculturine fatte compattando la neve. Per un po’ mi sono avvicinata alla pittura, ma nonostante io la trovi rilassante sento di non riuscire ad esprimermi completamente, come se affidarmi solo a lei mi limitasse. In fondo penso di averlo sempre saputo, ma sicuramente alle superiori grazie anche ad una mia professoressa ho capito di potermi affidare alla scultura per esprimermi, guarirmi, rifugiarmi e comunicare.

Breathe, 2022, Marmo di Carrara, struttura in ferro dipinto, filo di nylon

In particolare le pietre sono un materiale che attira maggiormente la tua attenzione, non solo da un punto di vista tecnico, ma soprattutto da quello concettuale. Secondo quanto affermi alle pietre possono essere ricondotte tutte le cose, sono un punto di arrivo e uno di partenza, un mezzo con il quale comunicare sensazioni ed emozioni. Affermi “L’erosione creata dal tempo e dall’acqua le modella e le forma come fanno le esperienze di vita con le persone”, quindi nelle tue opere utilizzi la pietra come metafora dell’essere umano? Le pietre, come gli esseri umani, nascondono dentro di sé un universo intero e solo lavorando su sé stessi, modellando la superficie, si può raggiungere una certa forma e raccontare qualcosa di sé ad altri?
 

Le pietre e i minerali essendo elementi naturali connettono ogni cosa. Nei miei lavori sono state sia base e sostegno, sia metafora dell’essere umano. Già da grezze le pietre raccontano qualcosa, la loro storia; c’è chi è spigolosa e chi è levigata e smussata dall’erosione. Lavorandole come si lavora su noi stessi, si apre un altro mondo; attraverso esse si possono raccontare, esprimere e trasmettere numerose cose, su di noi e su loro.

Alyssum, valore oltre la bellezza – Inside, 2022 – Marmo di Carrara e foglia d’oro

Nell’opera Breath realizzi delle nuvolette di pietra, nell’opera The Lovers riflettendo sulla violenza e le discriminazioni realizzi due affettuosi cavallucci marini, le tue idee sembrano muoversi agilmente tra gli opposti, in uno slancio positivo e ottimista, come se il tuo fosse un desiderio di consolare, di dare speranza attraverso l’Arte. Per te l’Arte è un modo di costruire un dialogo con chi osserva e lasciargli un messaggio ben preciso o semplicemente serve a te a comprendere e poi esprimere te stessa?

Mi hanno sempre detto di essere un po’ nel “mio mondo”. Io da questo “mondo” mi devo relazionare, capire quello esterno, comunicare e spiegare e comprendere io stessa il mio, è proprio questo che fa l’arte per me; è un modo di capire, curare ed esprimere me stessa in relazione al mondo esterno, tentando anche di trasmettere dei pensieri, dei messaggi e delle sensazioni.

The Lovers, 2022, Bronzo patinato e pietra di Verona

Affermi di esplorare, attraverso l’Arte, le fragilità e gli aspetti più sensibili dell’Essere Umano. Infatti in diverse opere si nota una tua riflessione sul dolore, sulla ricerca di Bellezza. Questa dimensione spirituale del tuo percorso artistico trova il suo equilibrio nella Natura. La natura è un elemento fondamentale delle tue opere, è ciò che circonda sempre i soggetti dei tuoi lavori (anche l’installazione Plastic 57 sottintende l’esistenza di un suolo soffocato dai rifiuti e l’essere umano calpesta ogni cosa). Che cosa significa la Natura per te?

La natura è tutto, è armonia ed equilibrio; noi esseri umani ne facciamo parte, anche se molte volte non la sappiamo comprendere e rispettare. Il contatto con essa per me è un rifugio, è respirare, è famiglia.

Condividi questa storia, scegli tu dove!