PREMIO COMEL vanna migliorin 2024

Intervista a Gloria Rustighi

di Dafne Crocella

Nata a Massa nel 1995. Dopo il diploma presso l’Istituto Statale d’Arte “Felice Palma”, nel 2023 ha conseguito la laurea in Arti Visive-Pittura con il massimo dei voti presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dal novembre 2022 è relatrice del ciclo di conferenze “Uno Sguardo all’arte”. La sua ricerca artistica si concentra sul tema della metamorfosi, che esplora attraverso la tecnica della pittura a olio e mediante la tecnica grafica sperimentale, la monotipia. Le figure sono protagoniste di una trasformazione che le conduce a uno stato spirituale, rappresentando il momento culminante della fragilità umana.

Un piccolo libro di 9 pagine in alluminio trattato con solventi e alterazioni chimiche è la tua opera Alchimia che ti ha vista selezione dopo selezione arrivare fino tra i 13 finalisti dell’XI edizione del Premio COMEL. Ci racconti com’è nata quest’opera?

L’opera Alchimia è il frutto di una totale sperimentazione, a partire dal materiale nella sua forma fino al risultato finale di libro d’artista.

Leggendo il bando di concorso, ho deciso di cogliere la sfida e approcciarmi a questo materiale, l’alluminio, che non avevo mai utilizzato nelle mie opere precedenti. La cosa che mi ha colpito di più di questo materiale è il fatto che può essere trasformato in vari modi.

Questa edizione del Premio COMEL è dedicata a ciò che vive sotto la superficie. Come ritieni che la tua opera abbia risposto a questo tema? E quanto questo tipo di ricerca è presente nel tuo lavoro?

In quest’opera il tema sotto la superficie è stato affrontato attraverso la corrosione delle lastre di alluminio, mostrando gli strati che compongono la materia stessa. Poiché la mia ricerca artistica attualmente si concentra sul concetto di metamorfosi, ho voluto applicare la stessa idea a quest’opera, sottoponendo le lastre di alluminio a un processo metamorfico.

Olio su tela

Alchimia è un titolo che offre un’importante chiave di lettura del tuo lavoro mettendo in contatto gli aspetti tecnici e la ricerca concettuale. Come hai scelto questo titolo? La ricerca delle trasformazioni alchemiche dei materiali era già presente nel tuo lavoro?

Il titolo indica il racconto di un procedimento alchemico. In realtà, essendo un’opera sperimentale, non avevo mai applicato trasformazioni dirette al materiale stesso, piuttosto mi avvalevo di un supporto su cui rappresentare la metamorfosi.

L’opera è un mix di trattamento corrosiva dato dall’ipercloruro ferrico e l’impiego di una vernice ad alcool di colore blu, che rapporto hai con questo colore?

La realizzazione dell’opera si è sviluppata in diversi step. Il primo passo è stato tingere le lastre di alluminio attraverso la tecnica a spruzzo con la vernice ad alcool blu, un tipo di vernice utilizzata in incisione per la protezione della matrice. Successivamente, le lastre sono state immerse nell’ipercloruro ferrico, che, con tempi diversi di morsura, le ha corrose fino al raggiungimento dell’effetto desiderato. La scelta del colore blu è stata dettata dal materiale stesso (la vernice ad alcool), che è naturalmente di questo colore. Tuttavia, nel mio lavoro il blu è un colore ricorrente perché richiama l’elemento dell’acqua, che considero l’elemento più metamorfico presente in natura.

L’opera Alchimia è un libro d’artista. Che rapporto hai con questo oggetto? Ne avevi fatti altri? Hai libri d’artista di autori a cui sei particolarmente legata e che hanno influenzato il tuo lavoro?

Fa parte della sperimentazione anche la realizzazione del libro d’artista. L’idea iniziale di quest’opera non era quella di un libro d’artista, ma quando ho concluso il processo di corrosione delle lastre, ho cominciato a “sfogliarle” e ho capito che si trattava di un racconto della materia e della sua trasformazione. Da qui è nata l’idea di creare il libro, una forma d’arte che mi ha sempre affascinata.

Serigrafia su alluminio

In questo lavoro ti sei sperimentata in un percorso nuovo con i metalli, ma la tua ricerca generalmente si è mossa su altre tecniche. Puoi raccontarci qualcosa sui tuoi materiali d’elezione?

La mia tecnica principale è la pittura a olio, che utilizzo sia in modo tradizionale come nelle opere presentate per la mia tesi di laurea, realizzate su tela, oppure la monotipia su carta e su tessuto. Attualmente mi sto approcciando alla serigrafia e sto sperimentando anche la stampa su alluminio per esplorare nuovi effetti.

Ci sono artisti che senti che hanno influenzato il tuo percorso o dai quali ti senti particolarmente ispirata?

Non ho precisi artisti di riferimento, ma nel corso dei miei studi mi sono interessata al lavoro di Picasso, Klein, Firelei Báez, Mirò, Leonora Carrington e altri, che hanno esplorato il tema della metamorfosi della figura. Mi piace studiare artisti sia contemporanei che del passato per comprendere le varie forme d’arte in relazione a ciò che voglio esprimere.

studio sul DNA

Nella tua ricerca concettuale torna il tema della metamorfosi e anche di ciò che ci cambia vivendo sotto la superfice. Sia l’alchimia che la metamorfosi sono temi che si muovono sul delicato confine tra scienza e mito, tra fisica e metafisica. Ci sono degli aspetti che senti particolarmente rappresentativi di questo incontro?

La metamorfosi e l’alchimia sono concetti antichi che hanno sempre accompagnato la storia dell’umanità. Mi affascina il fatto che siano idee primordiali e che, in ogni epoca, vengano affrontate in modi diversi e innovativi rispetto al contesto storico e culturale. Al momento sto lavorando a opere che trattano il tema della metamorfosi dal punto di vista genetico. Questa idea è nata dalla lettura del libro di Emanuele Coccia Metamorfosi, in particolare dalla seguente citazione:

“Attraverso la nascita porto in me la forma di mio padre e quella di mia madre: geneticamente sono il dialogo improbabile e rumoroso tra i loro corpi e le loro forme. L’oblio che coincide con la nascita è l’elemento costitutivo più profondo della memoria. D’altro canto, anche i miei genitori sono il frutto di questa dimenticanza e di questa mescolanza. Avere in me il corpo di mio padre e di mia madre, avere le loro forme, avere la loro vita significa avere in me il corpo e la vita di un’innumerevole serie di viventi, nati tutti da altri viventi, fino alle frontiere dell’umanità e oltre ancora, fino alle frontiere del vivente e oltre ancora.”

Dopo aver letto questo passo, ho deciso di condurre una ricerca sull’elemento che lega noi a tutti gli altri esseri viventi: il DNA.

Quali saranno i tuoi prossimi eventi?

Il prossimo evento mi vedrà coinvolta in una mostra collettiva che si terrà a luglio presso la Locanda dei Banchieri a Fosdinovo.

 

Condividi questa storia, scegli tu dove!