Intervista a Matteo Tampone
di Rosa Manauzzi
Nasce a Torino nel 1960. I suoi esordi professionali lo collocano da subito nel settore del design, soprattutto quello ‘industrial e product’. Dopo anni d’intenso approfondimento per queste tematiche, decide nel 1999 di co-fondare lo studio ‘Profilo Design’ seguendo note aziende internazionali sul prodotto e la comunicazione. Nel 201 3 per una maggiore libertà espressiva, nasce ‘MATstudio’ un unico contenitore comunicativo, congeniale ad evolvere ed affinare quella capacità artistico-industriale da sempre associata all’area del design e del progetto.
Questa intervista avviene a qualche giorno di distanza da una tua suggestiva mostra, tenutasi presso il MAUTO -Museo Nazionale dell’automobile di Torino, “Corpi galleggianti”. Al³ e AL13 sono stati i corpi fluttuanti protagonisti ed hanno attirato molto la curiosità dei visitatori. Iniziamo proprio da queste due opere, dalla loro origine e dai materiali che le compongono.
Con i “corpi galleggianti” ho voluto rappresentare la sospensione del Tempo.
Il Tempo è il tema principale di queste opere, nella sua rappresentazione ho voluto sottolineare quanto il nostro Tempo muta così rapidamente tanto da volerlo fermare per un attimo, metterlo in stand-by e riflettere. Due solidi fluttuanti un cono (AL13) che rappresenta una navicella spaziale nello spazio pronta a esplorare nuovi mondi e un cubo (al3) che rappresenta la materia terrena immortalata nell’attimo della “forza di galleggiamento”. I solidi sono composti in alluminio leggero pressato in uno stampo e rifiniti con tecnica mista.
Il 1999 sembra essere stato un anno di svolta nella tua carriera, con la creazione di Profilo Design, uno studio che hai deciso di co-fondare e che fino al 2013 ti ha dato la possibilità di collaborare con importanti marchi internazionali. Da una parte l’oggetto, dalle macchine da caffè espresso (De Longhi), l’arredo esterno (Pircher), i giochi per bimbo (Chicco) l’estetica (Maletti). Come si è svolto questo iter impegnativo?
In questa fase è cresciuta l’esperienza nell’industrial design interfacciandosi con aziende di settori differenti, questo mi ha consentito di ampliare le conoscenze su materiali e tipi di lavorazione associate al posizionamento prodotto e alle sue dinamiche di mercato. Un mondo affascinante!
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Nel 2013 altra tappa fondamentale per il tuo lavoro ma anche per l’espressione artistica. Approfondisci e accresci l’esperienza nei settori di Brand Identity, Interior Design e Retails, attraverso il MATstudio. Cosa è maturato in te per portarti a questa scelta più individuale?
Questa scelta ha fatto emergere la voglia di sperimentare in forma autonoma riconoscendola come espressione artistica. Con la comunicazione associata al design riesco a dare vita ad aree espositive e strutture esprimendo i valori di prodotto e della marca.
Ferrero Rocher è una collaborazione che sboccia l’anno successivo. Di fatto crei la prima opera artistica a firma MAT.
In questo caso l’azienda mi ha chiesto un progetto per esprimere sul punto vendita la nuova big Idea di Ferrero Rocher “Assapora la Bellezza” Così ho pensato che il prodotto stesso fosse protagonista del visual diventando un “Pixel”. Una composizione di 1462 Ferrero Rocher creano una Gioconda di dimensioni cm. 125 x 210. Per qualche settimana alcuni punti vendita della GDO in Italia sono diventati angoli espressivi dell’arte e simboli dell’Arte per eccellenza.
I successi non sono finiti e nel 2015 la tua opera AL13 viene selezionata finalista per il Premio Internazionale COMEL Vanna Migliorin Arte Contemporanea. La tua navicella spaziale in alluminio colpisce l’immaginazione e soprattutto ispira leggerezza, come richiede il titolo del concorso, “Leggero come alluminio”. Sembra difficile oggi trovare il coraggio di esprimere ‘leggerezza’, eppure è un segno caratterizzante della tua arte, che riesce a rappresentare temi complessi quasi con gioco. C’è infatti, come nell’attività ludica, l’invito ad essere coinvolti, a fantasticare, a volte persino a toccare.
È stata una grande soddisfazione essere selezionati al Premio COMEL “Vanna Migliorin”. La navicella spaziale comunica in modo diretto. Vederla sospesa ci sorprende e l’immaginazione viene amplificata grazie a una musica che si ascolta in cuffia, così il visitatore si isola, ha un’esperienza sensoriale e un rapporto diretto con l’opera. L’interazione è parte integrante delle mie opere, devono essere vissute e meditate dal pubblico.
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Lo stesso anno partecipi con un’altra opera alla Milano Design Week con “al3” per Cement Design. Alluminio e cemento… Qual è, in generale, il tuo rapporto con i materiali? Ne privilegi qualcuno o ognuno rappresenta sempre una sfida a cui non vuoi sottrarti?
I materiali sono una parte essenziale del mio lavoro, è la mia ricerca. Esplorare, sperimentare, giocare con i materiali sono stimoli per proporre nuovi concetti e nuove opere.
Qual è il tuo rapporto con la tecnologia e che posto trova nella tua creazione?
La tecnologia è un supporto che aiuta a comunicare meglio il tuo pensiero e renderlo semplice, intuitivo e anche sorprendente come nel caso di “Corpi Galleggianti” AL13 e al3.
Verde, green, eco… termini che rappresentano una sfida e una necessità. Come artista come ti poni rispetto a questo tipo di impegno?
Cerco sempre di essere attento ai materiali che seleziono, anzi voglio proprio parlare di “materia” e della sua lavorazione nel rispetto ambientale, perché anche questo messaggio venga colto in campo artistico.
Dichiari sul tuo sito: “Lavoro tra i confini del design, arte e comunicazione”. Il pubblico è fondamentale nell’elaborazione dell’idea o è il visitatore finale dell’opera?
L’elaborazione dell’idea è il tuo pensiero, la tua ricerca, la sperimentazione; questa fase primaria è al quanto intima e ci si confronta con se stessi.
Successivamente il progetto prosegue in differenti modi: se è un prodotto industriale, quindi di design, viene finalizzato considerando la fattibilità, l’economia di scala e come apporre migliorie estetico/funzionali sul prodotto destinato al pubblico; se invece si tratta di un’opera, la sperimentazione prosegue sentendo il tuo pensiero, costruendolo ed elaborandolo pian piano, fino ad ottenere una resa espressiva dell’immagine che comunicherà con il visitatore.
Prossimi progetti?
Sicuramente continua la ricerca, continua il design e il tutto racchiuso in un’esposizione alla prossima Milano Design Week dove sarò presente con nuove opere.