Intervista a Stefano Baldinelli
di Ilaria Ferri
Nato a Perugia, si laurea in Arti visive presso ABA di Urbino. È docente di Discipline Grafiche Pittoriche presso il Liceo Artistico di Perugia. Le sue opere fanno immergere l’osservatore in un “ambiente” esperienziale legato ai luoghi che ci circondano. Gli elementi da cui prende spunto sono il raggio di sole, il soffio di vento, le fronde di un albero, i riflessi dell’acqua. I suoi lavori coinvolgono l’osservatore in una delle numerose esperienze che a volte si vivono senza accorgersi, momenti “raccolti” e privati che permettono di entrare in una stasi dove il pensiero comincia a viaggiare e per un istante tutto si ferma.
È entrato tra i 13 finalisti della X edizione del Premio COMEL con l’opera “Petricore, la pioggia di un tempo”. Si tratta di un lavoro che definisce multisensoriale, perché oltre alla classica osservazione, si può toccare e annusare grazie agli oli essenziali con i quali ha cosparso la base lignea del tuo lavoro. Che cosa significa per lei coinvolgere il pubblico in una esperienza che riguarda più sensi?
Tutto il mio lavoro, sia esso pittorico, scultoreo o installativo, mira ad includere e coinvolgere lo spettatore il quale non deve mai restare un mero osservatore ma piuttosto parte integrante del lavoro stesso. Nell’opera Petricore ad esempio non è solo l’osservatore a fruire dell’opera tramite i sensi con i quali la esperisce ma è anche l’opera a godere della presenza dei visitatori, le qualità riflettenti dell’alluminio infatti fanno si che l’opera muti in relazioni al movimento ed ai colori che la circondano. Immaginiamo si avvicini una persona con una giacca rossa e successivamente una con un vestito blu, va da sé che l’opera risulterà diversissima in breve tempo pur restando materialmente la stessa. Sono fermamente convinto che l’opera d’arte in generale esista e funzioni solo attivando i fruitori che diventano essi stessi parte dell’opera.
Composizione al sole
Nel realizzare questa opera l’alluminio è stato per lei un materiale con il quale riprodurre al meglio alcune delle caratteristiche dell’acqua. Come è stato lavorare questo materiale? È un materiale che utilizza solitamente o è stata una nuova scoperta?
L’alluminio è un materiale che avevo utilizzato diversi anni fa per un lavoro scultoreo, ritengo abbia un potenziale artistico elevatissimo. Si trattava di sagome umane intagliate nell’alluminio, le caratteristiche riflettenti e di duttilità del materiale permettevano un gioco di pieni e vuoti e di riflessi. I confini delle sagome perdevano di rigidità e chi osservava tendeva a perdere i riferimenti utili all’identificazione dei profili e delle forme. ritengo possa essere fortemente espressivo
“Petricore, la pioggia di un tempo. Si di un tempo, perché oggi non è più, oggi è paura e distruzione, oggi è alluvione e siccità, oggi è il timore di quello che sarà”. Il titolo della sua opera è un chiaro riferimento sia a un passato che non può tornare sia a un monito ai cambiamenti climatici e alle loro tragiche conseguenze. Quanto è importante secondo lei legare l’Arte all’attualità e ai problemi della società moderna?
Penso che l’opera d’arte possa essere tale solo nel momento in cui riesce a fondere contestualmente due funzioni tra loro opposte e cioè quella di essere assoluta ed eterna ed allo stesso tempo raccontare del contemporaneo. Solo in questo ossimoro vedo l’essenza dell’opera d’arte, capace di slegarsi da retaggi retorici e porsi come luogo eterno pur coinvolgendo ciò che è a lei contemporaneo.
Porzione di Mare
Ha affermato: “L’opera si pone come sospensione di un istante, il tempo perde la sua naturale orizzontalità in virtù di una verticalità eterna tra una stilla di pioggia caduta e la successiva che sta per arrivare”. Secondo lei la funzione dell’arte può essere anche quella di rendere eterni emozioni, attimi e situazioni?
Assolutamente si, è proprio qui che risiede il nucleo del mio lavoro. Un profumo, un suono, una visione, un contatto, è ciò che rimane più impresso nella nostra mente, è ciò che ci rievoca momenti passati. Sono sensazioni capaci di ricollegarci, seppur solo per un istante, con il nostro vissuto consegnandolo all’eternità.
Tra i suoi lavori si possono trovare particolari installazioni che giocano con vari materiali, calcestruzzo, legno, alluminio, la pittura e altre più impalpabili che si rifanno al video e alla fotografia. Il suo percorso dunque ha una doppia veste: una più materica e un’altra più impalpabile. Come si trova a operare nei vari ambiti e a toccare linguaggi anche molto diversi tra loro? Le sue opere nascono da un’idea iniziale e si dirigono verso il linguaggio più adatto a esprimerla o, al contrario, in base alla tecnica che vuole indagare nasce poi l’opera?
Definirei le mie opere come un susseguirsi, forse sarebbe quasi meglio definirla come un’unica opera che col tempo si modifica e si plasma su diversi materiali. Potrei vederla come un lungo cammino nel quale si incontrano numerosi luoghi a volte anche molto diversi tra loro. In questo cammino immaginifico ogni nuovo posto è una scoperta ma non dimentica tutti quelli visitati prima. Non vedo il mio lavoro fatto di tante opere piuttosto vedo un’opera che cresce, si modella e si modifica, a volte migliora altre peggiora, ma ogni volta è un arricchimento.
Cilindri cromatici II
Nella sua produzione pittorica e nelle proiezioni, indaga l’ambito delle ombre. Cosa la attrae di questo tema? Che cosa significa per lei osservare e riprodurre l’effetto della luce sugli oggetti e nella vita quotidiana?
Il mio percorso di ricerca analizza le infinite soluzioni che la luce genera poggiandosi su di un piano, filtrando da una finestra, attraversando le fronde degli alberi. Questo elemento impalpabile è capace di dare sempre nuova immagine allo spazio che l’accoglie. Ogni diverso frangente luminoso muta completamente le linee e le forme dei luoghi ridefinendo costantemente nuove soluzioni formali. Tali opere intendono generare un luogo dove il fruitore che le “abita” possa immergersi, trovare respiro e raccoglimento, liberare il pensiero a riflessioni personali, a ricordi, a fantasie. Un luogo del cuore e dello spirito, un luogo mentale dove cedere all’incanto, “all’imbambolamento” e riconnettersi, anche solo per pochi istanti, con la pura riflessione.