La storia di Alu
Breve racconto ispirato alla mostra “L’espressività dell’alluminio” abbinata al Premio Comel Arte Contemporanea Vanna Migliorin 2013
di Rosa Manauzzi
In principio fu il soffio, e il battito vitale prese a scorrermi dentro, pulsando dal centro alle estremità. Il rosso vivo diede colore alle mie gote e alle labbra, pronte ad emettere suoni prima scomposti poi sussurrate melodie.
Così nacqui, questa in breve è la mia storia, la narrazione sempre diseguale della mia esistenza eterna, piccole vicende che, non ricordo ora, scusate, se sono davvero accadute. Per me sì, perché ciò che è nella nostra fantasia esiste, anche se gli altri non lo vedono subito.
Io sono resti di racconto messi insieme e voi siate liberi di ricomporre il puzzle se credete. La vostra visione mi offrirà nuove vite, così come io vi offrirò pezzi della mia.
Chi sono io e perché vi sto parlando? Sono il bambino di sempre, quello che crea dallo stupore della prima volta, dallo stordimento di un tramonto o dallo scodinzolare gioioso di un cane. Mi nutro di curiosità e complicità di gioco, dei dettagli colorati di un mercato, del fruscio delle vesti di una donna che torna a casa, del vociare ancora umano di un vecchio caffè ancora aperto.
La terra, l’acqua, le pietre, l’aria, i fili d’erba, le cortecce e ogni cosa che può essere toccata, annusata, percepita, sono la materia con cui compongo i sogni.
Oggi per voi il mio nome è Alu, e sono lo spirito che alberga i quadri che state contemplando.
Sorridete pure di fronte alle mie espressioni corrucciata, sorpresa, divertita. Vi adoro quando vi unite a me nella ricerca dei significati e anche quando vi rinunciate, poiché il mistero ci compone. La definizione esatta non importa. Basti sapere che noi siamo vita.
Da piccino (ma vi ricordo che io non ho intenzione di diventare grande), quando gli occhi furono in grado di captare i grandi spazi, vidi all’improvviso il cerchio pieno della luna e l’argenteo riflesso sul mare. Provai uno stupore tale che mi stagliai d’un colpo su quella meraviglia, come un bimbo che guardando un uccello volare diventa volo. Così io divenni Alu. In seguito, chiamato a vivere nel quotidiano, cercai la sua luce ovunque andassi, ritrovandomi un giorno per caso, di fronte a uno specchio abbastanza spavaldo da dirmi “questo sei quasi tu”, senza bisogno di contorni.
Da allora ho scavato il dettaglio luminoso, riportandolo in luce, rubandolo a sottili umori di colore, mi sono avventurato in trame che parevano chiudere ogni spazio e districandomi ribelle ho intravisto infine la luce nella più fitta delle tenebre.
Che magnifica scoperta la luce tratta dal buio. Se ce ne ricordassimo più spesso anche la sedia vuota al nostro fianco diverrebbe la reminiscenza luminosa che non ci lascerà mai soli.
Lo stare in bilico della razza terrestre è una continua scommessa, di equilibrio e di pace.
Ancora una volta mi torna in mente la luna, satellite del nostro pianeta. Quel girarsi intorno a debita distanza, di terra e luna, come due gatti amici che non si vogliono attaccare, il rispettoso magnetismo che consente di esistere senza cadere nel buco nero.
Se potessimo tirare pugni, sempre e solo in arte, dando pure i numeri ai crimini mai compiuti, quanto saremmo rispettosi anche noi come nuove lune. Per terra corpi vivi che pulsano più forte nei punti evidenziati.
La natura ci insegna che lo stridore delle fronde alberate è solo vento, è il cielo che ricorda alla terra di essere una cosa sola, uniti nell’armonia dell’universo.
Questi fili invisibili agli occhi, che ci collegano l’uno all’altro, sono come i riflessi della luna, che vado sempre cercando e sempre trovo. Siamo immersi nella polvere stellata della notte, connessi in tutte le conseguenze delle nostre azioni.
Io sono Alu, lo spirito bambino che vive nell’artista e sono il riflesso d’argento conquistato da chi si nutre d’arte.
Alu non è la fantasia di un momento o il miraggio luccicante e inesistente. E’ il sorriso che vi alberga e se lo lasciate acceso sarà la via tracciata tra le stelle, i dettagli colorati di un mercato, lo specchio ora limpido della vostra coscienza, la sedia vuota che respira luce, la danza gitana che anima un vecchio caffè, l’espressione stupefatta di un bambino, la magia sottratta a un sottile arcobaleno, il puzzle composto dalle sfumature, l’equilibrio ritrovato, lo spazio scoperto tra i fili di una trama, le chiome smosse dal vento di alberi ben radicati nella terra, la via Lattea, i pugni mai dati a nessuno, perché le mani saranno sempre impegnate a creare vita.