I FINALISTI DEL PREMIO COMEL 2012

Ezio Colosimo

Catanzaro – ITALIA
http://www.colosimoarte.it

I FINALISTI DEL PREMIO COMEL 2012

Ezio Colosimo

Catanzaro – ITALIA
http://www.colosimoarte.it
CENNI BIOGRAFICI

Ezio Colosimo è nato nel 1950 a Catanzaro. Si è diplomato presso l'Istituto d'Arte ed ha frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Roma nella sezione di Scenografia.

La sua attività artistica inizia nel 1968. La sua prima mostra risale al 1970, presso la "Saletta dell'Arte" a Terracina. In seguito Colosimo matura varie esperienze nel settore della ceramica, in particolare presso lo studio "Santilli" di Urbino (ceramica raku) ed approfondisce le tecniche grafiche e di incisione. Dal 1976 è presente nell'Archivio Storico della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. È presente nelle più importanti riviste e cataloghi d'arte: Annuario d'Arte Moderna, Artisti Contemporanei 1996, Mondo Arte, etc. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

Di lui hanno scritto M.Aschelter, F.Bassoli, P.Di Tano, G.Filippetti, C.Fino, F.Marletta, E.Mercuri, M.Riposati, V.Riviello. Attualmente vive e lavora a Latina.

OPERA IN CONCORSO

X - UNA STORIA. RACCONTI - APPUNTI (2012)

SCULTURA - alluminio, plexiglass, colori acrilici

Di Ezio Colosimo è ben nota la maestria amanuense con la quale si destreggia in una pseudo-scrittura personalissima, che attinge con cura e rispetto al patrimonio segnico delle civiltà del passato, rileggendola in chiave contemporanea. Stavolta la base dei segni diventa l'alluminio, estremamente morbido e duttile, che si lascia ferire, incidere, forgiare, fondere e trasformare, senza opporre resistenza, dalla mano sapiente di Ezio, che, su tutto, ama la sperimentazione, l'indagine, il gioco creativo. Come uno scriba contemporaneo, l'artista traccia con cura ogni segno che considera sacro, magico, perché portatore sano di istanze dalle coordinate spazio-temporali non identificabili. 'X una storia - racconti/appunti', è un titolo tautologico per un'opera che è esattamente questo: un racconto, fatto di appunti, annotazioni, accorgimenti, ripensamenti, che costituiscono il farsi del fare ed il fare del farsi. In tal senso, l'opera altro non è che I ultimo stadio di un processo ben più lungo e sofferto, che ha inizio nella sua testa prima che nel suo laboratorio-scriptorium. E rimane tale: un lavoro prima di tutto mentale, che cede alla materia quel tanto che basta per essere visibile, niente di più. Simboli, geroglifici, pittogrammi, ideogrammi, si alternano senza soluzione di continuità, in un gioco all'infinito, in cui il segno si fa disegno e scrittura, sempre gesto, mai parola, piuttosto nota: «una notazione (..) riflette un'istanza temporale, un aspetto di transizione del tempo, da una situazione iniziale ad una successiva, in cui è necessario conservare qualcosa di precedente. (..) Diviene pertanto agevole osservare come il termine nota coincida per larga parte del suo aspetto semantico con quello di segno: una nota è appunto il segno di qualcos'altro e un segno si costituisce come nota a proposito di qualcosa»*. Il valore del segno è tutto nell'essere portatore di messaggi lontani, ambigui, indefiniti, in quella processualità semiotica che lascia spazio a derive esoteriche, magiche, fantastiche, occulte su cui Ezio 'gioca' e fa giocare i suoi inconsapevoli giocatori.
*Andrea Valle, La notazione musicale contemporanea: aspetti semiotici ed estetici, EDT, Tornio 2002, pagg. 1 -2
RICONOSCIMENTI

FINALISTA PREMIO COMEL 2012