Renata Petti
Napoli – ITALIA
www.renatapetti.it
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Renata Petti
Napoli – ITALIA
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CENNI BIOGRAFICI
Napoletana, architetto, nella ricerca di una dimensione "altra", poeta e artigiano, progettista dentro le cose, ha sperimentato interventi su vari materiali di cui il privilegiato è quello che chiama la madre argilla.
"La mia opera è caratterizzata dallo stretto legame tra il mio corpo e il materiale plastico-ceramico attraverso uno studio teso a penetrare nella materia e negli elementi specifici dell'espressione artistica" recita Renata Petti.
La sua ricerca è orientata a sperimentare sui vari linguaggi dell'arte dalle manipolazioni d'immagini al computer delle opere ceramiche, da intendersi come dilatazione della sensorialità e ampliamento della memoria, al linguaggio poetico e cinematografico sovrapponendo sempre, con tagli e inquadrature molteplici, il lavoro di anni sulla materia ceramica. Vive e lavora a Napoli dove ha insegnato Discipline architettoniche presso il Liceo Artistico. Ha partecipato a numerose mostre sia in Italia che all'estero e ha attivato con il gruppo artistico "Laloba rifletti_ il luogo" numerosi laboratori per la costruzione di oggetti teatrali, sculture e oggetti per performances, installazioni, azioni, scenografie cinematografiche, partendo dalla suggestione di luoghi, usi e tradizioni, testi letterari, ecc. Con il gruppo artistico Laloba, è stata invitata, nel 2005, a realizzare, a Capriati a Volturno, due grandi installazioni permanenti, nell'ambito delle manifestazioni d'arte partecipata del "Villaggio dell'Arte", che ha coinvolto alcuni Comuni del Matese e artisti internazionali.
Ha curato la regia di un corto "Inferno blu" in cui costumi e installazioni sono stati realizzati nell'ambito del laboratorio con il gruppo artistico "Laloba - rifletti_ il luogo".
OPERA IN CONCORSO
GEOMETRIE (2012)
SCULTURA - fusione in alluminio, panni resinati
cm 120 x 120 x 100
Sebbene la sua invenzione non ufficiale sia attribuita agli Shaker, una setta religiosa americana, è tra il 1852 ed il 1887 che l'ufficio brevetti degli Stati Uniti registra il maggior numero di 'clips', ovvero 'mollette' più o meno simili tra loro (due rebbi di legno con molla in ferro). Dobbiamo però arrivare al 1 944 per la versione in plastica di Mario Maccaferri, liutaio e chitarrista italo-americano decisamente sui generis. Ancora oggi la molletta, clip, pinza che dir si voglia, assicura i panni sul filo ed i fogli sulle scrivanie, i tovaglioli sulle cravatte nei ristoranti 'bene' torinesi - come si racconta un divertente articolo de La Stampa* ed i sacchetti di pasta e biscotti nelle dispense. L' opera di Renata Petti parte proprio da una molletta, che diventa simbolo del design tout court, in quanto oggetto cult sul quale si sperimentano progettisti di tutto il mondo (l'avanguardistica superpremiata Kilip dell'indiano Paul Sandip è del 2008). Renata l'ha realizzata in alluminio, offrendocene una versione decisamente 'bella', metallica, supercontemporanea (perdida con Francesco Bonami), progetti sticamente ineccepibile. Il mollettone è sospeso su una montagna di panni aggrovigliati e, come una spada di Damocle, sovrasta con la sua lucentezza e la sua perfezione l'informe massa cenciosa. La ricerca della Petti, incentrata sulla sperimentazione di linguaggi e di materiali che, stratificandosi, spesso diventano altro, non può fare a meno del design (è un architetto), dell'ironia (è napoletana) e della ricerca di equilibrio (è una donna). E non è un caso - è proprio il caso di dirlo! - che lungo queste tre direzioni prendano vita le sue 'Geometrie', provocatorie quanto basta, inattaccabili, in cui all'ordine si contrappone il disordine, alla forma la non-forma, al progetto il non-progetto, al design il non-design, idea e fenomeno, arte e vita: d'altronde, citando Bruno Munari, «lo geometria ci aiuto a conoscere le strutture o a costruire il mondo nel quale viviamo (..) il caso è l'imprevisto (..) nasce dal clima, dalle condizioni ambientali, sociali, geografiche, dai recettori sensoriali (..) La combinazione tra la regola e il caso è la vita, è l'arte, è la fantasia, è l'equilibrio»**.
*Evoluzione naturale della molletta, La Stampa, 26/01/2009
**Bruno Munari, La regola e il caso In Verbale scritto, Corrami, 2009, pagg. 32-33
RICONOSCIMENTI
FINALISTA PREMIO COMEL 2012